La Famiglia Vincenziana
L’espressione “Famiglia Vincenziana” non ha alcun significato giuridico-canonico, ma piuttosto pastorale. Con questa espressione ci si riferisce infatti a quell’insieme di Congregazioni, Movimenti, Associazioni, Gruppi, che in modo diretto o indiretto prolungano nel tempo il carisma vincenziano. E ciò sia che risultino fondati direttamente da San Vincenzo De Paoli, sia che riconoscano in lui la comune fonte di ispirazione e consacrazione al servizio dei poveri.
Il carisma vincenziano contiene proprio nei suoi elementi costitutivi, fermenti di progresso e di rinnovamento continuo. Lo sguardo incessante alla vita, alle opere e alle parole di Gesù, il contatto diretto con le persone e gli ambienti di vita, il senso di Chiesa, l’atteggiamento missionario, la consapevolezza di aver fatto sempre troppo poco di fronte alle necessità dei poveri, sono uno stimolo permanente alla ricerca di sempre nuovi traguardi, di sempre nuove mete, di sempre nuovi ideali da raggiungere. Tutto ciò comporta momenti di comunione, d’intesa e di collaborazione reciproca che possono realizzarsi in programmi coordinati ai vari livelli.
Sono molti gli organismi che possono essere compresi nella Famiglia Vincenziana.
Qui viene fatto riferimento ai quattro più largamente conosciuti a livello mondiale.
Associazione Internazionale della Carità (AIC) In Italia: Gruppi di Volontariato Vincenziano (G.V.V.)
L’A.I.C., è la più antica associazione laica della storia del volontariato. Le sue origini risalgono al 1617, l’anno in cui San Vincenzo De Paoli a Chatillon-les-Dombes (oggi Chatillon-sur-Chalaronne), per la prima volta, ha radunato un gruppo di donne e organizzato le loro prime iniziative d’assistenza alle famiglie povere della Parrocchia. A questo primo gruppo e a quelli che l’hanno seguito San Vincenzo ha dato il significativo nome di Carità.
Dopo la morte di San Vincenzo, le Carità si diffondono in molti paesi per merito dei Preti della Missione e delle Figlie della Carità. Così si sono create le Associazioni Nazionali, legate fra di loro con legami di collaborazione e coordinate dalla presidente delle associazioni francesi.
Recentemente nel 1971, le delegate di 22 associazioni, radunate in Assemblea Straordinaria, hanno votato il nuovo statuto e hanno adottato il nome di Associazione Internazionale della Carità (AIC). Nel decidere di mantenere nel nuovo nome il termine di “Carità”, i membri hanno voluto sottolineare la discendenza diretta dall’opera creata da San Vincenzo e la loro fedeltà all’insegnamento profetico del loro fondatore.
L’AIC è attualmente presente in numerosi paesi d’Europa, dell’America Latina e dell’America del Nord, dell’Asia e dell’Africa. Essa raggruppa 42 associazioni con più di 250.000 membri, tutti impegnati nello sforzo di far vivere, nei modi adatti al nostro tempo, il progetto fondamentale di Vincenzo De Paoli, loro fondatore: Contro la povertà, agire insieme.
In Italia l’Associazione è conosciuta come Gruppi di Volontariato Vincenziano (GVV) i quali sono presenti in tutte le Regioni e sono articolati in sezioni regionali, provinciali (o diocesane) e cittadine.
Svolgono il servizio caritativo soprattutto nei territori parrocchiali (è lo specifico dell’Associazione) o inter-parrocchiali, individuando i bisogni e le risorse, per realizzare in modo corretto gli interventi e per promuovere nella comunità l’animazione della carità in spirito di servizio ai poveri anche attraverso i “servizi speciali” gestiti direttamente o in collaborazione con altri. Il problema delle donne povere e in situazioni di emarginazione sono oggetto di particolare attenzione. Per assicurare una partecipazione e un servizio aggiornato e competente sono programmati (con obbligo di frequenza) corsi di formazione spirituale, culturale e specifici per i vari settori di intervento (centri di ascolto e di accoglienza, centri per donne in difficoltà, ospedali, centri anziani, ecc.).
Il Volontariato Vincenziano ha pure le Sezioni giovanili, attualmente autonome, ma che lavorano in stretta collaborazione con i gruppi degli adulti.
La grande affinità delle motivazioni, degli obiettivi e dei metodi rende grandemente utile la collaborazione tra la Società di San Vincenzo De Paoli e i Gruppi di Volontariato Vincenziano in Italia.
Congregazione della Missione (Padri della Missione)
San Vincenzo De Paoli fondò la Congregazione della Missione nel 1625 per l’evangelizzazione dei poveri e la formazione del Clero. Oggi la Congregazione ha definito così il suo fine: Il fine della Congregazione della Missione è di seguire il Cristo Evangelizzatore dei Poveri.
L’opera di evangelizzazione che la Congregazione si propone di compiere deve caratterizzarsi per:
- una preferenza chiaramente espressa per l’apostolato in mezzo ai poveri: la loro evangelizzazione è effettivamente il segno dell’avvicinarsi del Regno di Dio sulla terra (Mat.11,5)
- un’attenzione alle realtà sociali, soprattutto alle cause della differente distribuzione dei beni nel mondo, per meglio acquistare un ruolo profetico nell’evangelizzazione una certa partecipazione alle condizioni dei poveri, in modo che non si possano evangelizzarli, ma anche si possa essere evangelizzati da essi
- un vero senso comunitario nell’opera apostolica, per consolidarsi scambievolmente nella comune vocazione
- una disponibilità per andare dovunque nel mondo, sull’esempio dei primi missionari della Congregazione
La Congregazione della Missione è una Società di “Vita Apostolica”, composta da Sacerdoti e da Fratelli. Ha circa 3600 incorporati tra cui 30 Vescovi e 3000 Sacerdoti che lavorano in 80 paesi ed evangelizzano i Poveri attraverso le Missioni Popolari.
I sacerdoti hanno una cura particolare delle Associazioni dei Laici fondate da San Vincenzo o derivanti dal suo spirito: esse hanno, effettivamente, diritto alla sollecitudine e al loro sostegno.
Alcuni confratelli sono impegnati con coloro che vivono nelle grandi discariche di immondizie (come a Payatas nelle Filippine), altri si dedicano alle comunità terapeutiche, ai drogati, alle vittime dell’AIDS (in certi paesi d’Europa, con le Figlie della Carità e le Volontarie Laiche Vincenziane), alle comunità indigene (in molti paesi latino-americani), ai sordi (in Irlanda), agli zingari, ai carcerati, ai ragazzi di strada, ai senza tetto, ecc.
Altri ancora lavorano per formare dei “moltiplicatori dell’azione vincenziana“, sia con l’animazione dei gruppi laici, sia nell’insegnamento superiore delle istituzioni universitarie di studi ecclesiastici o negli altri settori delle scuole.
Compagnia delle Figlie della Carità
La Compagnia delle Figlie della Carità è stata fondata a Parigi nel 1633 da san Vincenzo De Paoli e da santa Luisa de Marillac.
Molte generose volontarie erano sparse per Parigi, ognuna a servizio di una diversa confraternita; Luisa de Marillac si rese conto della necessità di raggrupparle, per meglio formarle e accompagnarle nel loro servizio, sia materiale che spirituale. Era una novità per la Chiesa di allora che non ammetteva che ci fossero delle religiose al di fuori del chiostro. Per salvaguardare il servizio dei poveri San Vincenzo impegnava le sue “Figlie” a curarli nelle loro case e conoscerli di persona. Fin dalle sue origini la Compagnia è sottoposta al Superiore Generale della Congregazione della Missione, come volle Luisa de Marillac per preservare l’unità della Compagnia.
La Compagnia delle Figlie della Carità è oggi composta da 2.950 case con un totale di oltre 27.223 Suore presenti nei cinque Continenti. Consacrate in comunità di vita fraterna, esse uniscono servizio e contemplazione.
La Compagnia volle essere mariana fin dalle sue origini. Dal 1830, la Cappella della Casa Madre a Parigi, che è stato il luogo delle apparizioni della Madonna della Medaglia Miracolosa a Santa Caterina Labouré (allora novizia delle Figlie della Carità), è un luogo di pellegrinaggio e di preghiera mariana molto importante e molto frequentato.
La Compagnia inoltre è missionaria fin dalla sua fondazione, non avendo esitato San Vincenzo ad inviare delle Figlie della Carità su tutte le vie del mondo.
Le missioni si estendono a tutti i paesi e sono prese a carico dalle Suore Missionarie che lavorano in collaborazione con le Chiese locali.